giovedì 9 aprile 2020
Ieri – mercoledì 8 aprile – si sono registrati 106 nuovi contagiati, un dato in leggero calo rispetto a martedì, quando si erano registrati 125 positivi. Cresce il numero dei tamponi effettuati, in totale 1001. La percentuale di positivi individuati rispetto ai tamponi è quindi del 10%, la più bassa finora raggiunta. I decessi sono stati 11. Prosegue anche il calo dei ricoverati in terapia intensiva, pari a 77, mentre i ricoverati con ventilazione semi-invasiva sono 43. Sono 1668 i malati presso il proprio domicilio. In totale i positivi in Trentino sono 3.342.
Ancora non si sa quando si potrà entrare nella cosiddetta “fase 2”, che tutti stanno aspettando. Sicuramente – sostengono gli esperti – la vita non tornerà ad essere immediatamente quella di prima, la quotidianità sarà diversa. Proprio per favorire la ripartenza il Trentino ha messo in campo una serie di azioni importanti a sostegno dell’economia e del lavoro, raggruppate con il nome, significativo, di Riparti Trentino. Si tratta di contributi, incentivi e proroghe di pagamenti rivolti a imprese e famiglie per affrontare questo momento di difficoltà causato dall’emergenza Covid-19 (info su: www.ripresatrentino.provincia.tn.it).
Il dottor Ferro, volto ormai noto dell’Azienda sanitaria trentina per le dirette-video che si tengono tutti i giorni attorno alle 17.30 sul profilo Fabebook della Provincia autonoma di Trento, ha parlato ieri di vaccini e nuovi farmaci: "Il vaccino attualmente in sperimentazione negli Stati Uniti verrà somministrato su una quarantina di volontari – ha detto. - Per il momento ha dato risultati buoni nel mondo animale. I tempi però sono quelli di altri vaccini, se la sperimentazione andrà a buon fine prima di vederlo sul mercato ci vorranno 12-18 mesi". Ferro ha anche risposto a una domanda su come si diffonde il contagio: "Oggi vi sono un centinaio di casi, 15 di questi derivano dalle Rsa, ne abbiamo poi 14 dal Pronto soccorso, si tratta sicuramente di persone che stavano già male e si sono aggravate, quindi il loro contagio risale ad una quindicina di giorni fa. Ne rimangono 70, di essi circa la metà derivano da un contagio in ambito familiare, per i rimanenti è invece difficile riuscire a trovare la causa, il contatto è avvenuto all'esterno, in modo estemporaneo e in ambienti pubblici. Questi ultimi sono i casi più complicati che ci fanno dire come sia fondamentale rimanere a casa".
Comunicato a cura dell'Ufficio Stampa della PAT